18 maggio 2012

Sulla Regola del Tempio: le pubblicazioni


Nel 1840, Maillard de Chambure, conservatore degli Archivi di Borgogna, pubblicava a Parigi il ponderoso volume “Règle et Statuts secrets des Templiers”, nel quale vengono esaminati i manoscritti di Parigi, di Digione e di Roma. L'apprezzabile lavoro, primo nel suo genere, in cui figura anche il testo completo della “Regola Latina”, rimane però gravemente inficiato dalla trattazione della cosiddetta “Continuazione moderna dell'Ordine del Tempio”, rassegna delle pagliacciate palapratiane di inizio '800, costruite su quel fraudolento e pacchiano documento conosciuto come “Carta di Larmenius”.


Dopo circa mezzo secolo, sarà Henri de Curzon a collocare una delle pietre miliari della storiografia templare con “La Règle du Temple”, studio sistematico che vede la luce nel 1886 e che resta, ancora oggi, uno dei testi di riferimento sulle normative dell'Ordine.


Recentemente, grazie a storici francesi come Laurent Dailliez (“Règle e Statuts de l'Ordre du Temple”) o anglo-sassoni come Judi Upton-Ward (“The Rule of the Templars” e “The Catalan Rule of the Templars”), abbiamo la possibilità di leggere traduzioni più moderne.


Sul versante italiano, un valido manuale per tutti gli appassionati è sempre “I Templari. La Regola e gli Statuti dell'Ordine”, a cura di Jose Vincenzo Molle, basato anch'esso sulla traduzione del testo di Curzon, ma il volume che ad oggi appare, a nostro avviso, insuperabile nell'intero panorama storiografico templare è, senza alcun dubbio, il monumentale “Corpus normativo templare”, edizione dei testi romanzi con traduzione e commento in italiano a cura del prof. Giovanni Amatuccio.

Per concludere, segnaliamo “La Regola Primitiva dell'Ordine del Tempio”, agile manualetto di Paolo Galiano, con un interessante confronto tra l'originale latino e la traduzione francese.