27 dicembre 2010

I libri del 2010


Rassam Al-Urdun
Templeisen. Saggio storico-esoterico (II edizione)
youcanprint
Sono libri come questo, che ci fanno considerare sempre più necessaria l'esistenza del nostro “Tradizione Templare”. Un saggio quasi esclusivamente “esoterico”, con ben poco di “storico” e con la solita collezione di insensatezze sui poveri Templari. Dopo la lettura di alcuni passi, non si può fare a meno di rivolgere un commosso ricordo al sacrificio della guarnigione di Safed. Sulla bibliografia, meglio sorvolare. Non capiamo, infine, (o forse si?), la presenza in appendice di un saggio sull'eresia catara. Voto: 4/10

Guido Araldo
I Templari in Piemonte, Liguria, Nizzardo e tre luoghi magici
Il Mio Libro – Gruppo Editoriale L'Espresso
Dopo aver passato in rassegna i siti templari di Piemonte, Savoia e Liguria occidentale (analisi sostanzialmente incentrata sui testi del Ponsiglione), l'autore conclude il proprio lavoro con un excursus su tre siti esoterici piemontesi: l'abbazia di Staffarda e il castello della Manta, ai piedi del Monviso, e il misterioso borgo di Saliceto sulle Langhe, in Val Bormida. Voto: 6/10

Sandro Bassetti
I Templari in Orvieto. Maggio 1135-Dicembre 1312
Intermedia Edizioni
Interessante studio sulla presenza templare in quel di Orvieto, certamente utile all’accrescimento della bibliografia specialistica sull’argomento. Voto: 7/10

Lorena Bianchi
La rivelazione del Bafometto
Orizzonte Editrice
Era ora che qualcuno ci “illuminasse” sul Bafometto, “storicamente il misterioso idolo trovato nelle sedi dei Cavalieri Templari da parte dell'Inquisizione (sic!) che fu una delle cause del loro clamoroso processo per eresia nel XIII Secolo”.
Dalle note sull'autrice apprendiamo pure che “questo saggio è il frutto dell'approfondito studio e della conoscenza dei simboli preistorici (?) e medievali, che le hanno consentito di comprendere il culto praticato dai Templari (sic!)”.
D'altronde, anche la bibliografia riportata a pag. 120 ci era sembrata “rivelatrice”... Voto: 3/10

Domenico Capolongo
Giovanniti e Templari nel Cilento e Vallo di Diano
Circolo Culturale B.G. Duns Scoto Roccarainola
Proficua e puntuale ricognizione dei possedimenti dei due ordini nelle zone del Cilento e del Vallo di Diano, supportata da evidenze storiche e documentali. Da non perdere. Voto: 7/10

Antonio Carrabba
I Templari a Spinazzola e dintorni
Ed Insieme
E’ al generoso impegno assunto dal fratello dell’autore (prematuramente scomparso), che dobbiamo la ristampa di questo lavoro, già edito nel 2000, la cui tiratura andò esaurita in breve tempo. Il testo, rivisto ed arricchito in alcune parti, appare di notevole interesse per uno studio dell’Ordine in Terra di Puglia. Voto: 8/10

Mauro Casale
I Templari a Torriglia. L'anello mancante
SAGEP
Carrellata di storia locale, intrapresa col pretesto dei soliti, immancabili Templari. Voto: 5/10

Massimo Centini
La reliquia del Gran Maestro. Indagine sulla Sindone e i Cavalieri Templari
Piemme
Da uno scrittore certamente esperto sul tema, un ottimo compendio delle varie teorie riguardanti il sacro sudario. Un testo agile e di piacevole lettura. Consigliato. Voto: 8/10

Luigi Cibrario
Templari - Storia dell'Ordine dei Cavalieri del Tempio
Edizioni Orsini De Marzo
Ristampa anastatica di un classico della storiografia templare in lingua italiana. Pur datato, il testo conserva intatta la sua valenza storiografica, per la serietà con la quale risulta affrontato e documentato l’argomento. Voto: 8/10

Rubino Cinquegranelli
I Templari dal Circeo alla Sorresca
Arti Grafiche Archimio
Simpatico opuscolo sui possedimenti templari del Circeo, indicato a quanti volessero informarsi, senza troppe difficoltà, sulla presenza dell’Ordine nel territorio. Ottime le illustrazioni. Voto: 6/10

Elisa Costa
1145-1318. La Militia Christi in Sicilia: il caso templare
Leonida Edizioni
Sicuramente, una delle migliori uscite, per questo 2010, nell’ambito storiografico templare. Uno studio serio, documentato e ben articolato, che non ha nulla da invidiare ad altre opere del settore, (ingiustamente) più celebrate, ma spesso prive della consistenza necessaria a farne ritenere utile la pubblicazione. Voto: 9/10

Francesco Donati
Sulle tracce dei Templari nella Contea Aldobrandesca
Stampalibri
Interessante spunto per la ricerca di tracce templari in quella che fu la Contea Aldobrandesca, da cui si ricavano, senza alcun dubbio, elementi utili per futuri approfondimenti. Voto: 6/10

Gian Maria Ferretto
Aperto con Dante a Chinon il Testamento occulto dei Templari
Edizioni G.M.F.
Leggiamo, all'inizio del testo, che “Nulla di ciò che è scritto può essere letto e compreso, se non si possiede la stessa Sapienza dell'Autore”. Bene, eccovi allora alcuni assaggi di questa Sapienza: esistenza del Priorato di Sion prima del 1956, “taglio dell'Olmo” in quel di Gisors, etc...
Ad ogni modo, sebbene l'interpretazione dei graffiti non riscuota affatto il nostro consenso, ci sembra senz'altro apprezzabile il tentativo di analisi compiuto dall'autore. Da parte nostra, continuiamo a preferire le spiegazioni semplici e lineari forniteci da Louis Charbonneau-Lassay. Quanto a Dante, non scomodiamolo per argomenti che c'entrano ben poco... Voto: 5/10

Salvatore Fiori
I Templari in Terra d'Otranto. Tracce e testimonianze nell'architettura salentina
Edizioni Federico Capone
Questo di Salvatore Fiori è uno studio condotto con sana passione, seriamente approfondito, che ha portato al ritrovamento di 15 siti appartenuti alla precettoria templare di Lecce. Ottimo il supporto fotografico. Voto: 8/10

Paolo Galiano (a cura di)
La Regola Primitiva dell’Ordine del Tempio (Seconda edizione riveduta e ampliata)
Simmetria
Riedizione di un precedente studio dell’autore su analoga tematica, senz’altro utile per un’analisi dello sviluppo della Regola nel corso degli anni nonché per un raffronto delle varie versioni della stessa. Voto: 7/10

Roberto Giacobbo
Templari. Dov'è il tesoro?
Mondadori
Dal noto conduttore televisivo, il più venduto tra i libri, usciti nel 2010, che riguardano i Templari. Quantunque non sia possibile ravvisare in esso alcuna novità, questo volume ha un pregio indiscutibile: quello di raccogliere in un unico tomo (ed anche con piacevole lettura) tutte le leggende sull’Ordine del Tempio.
Ci siano però consentite tre annotazioni: 1) Ci piacerebbe conoscere le ragioni che hanno spinto la dr.ssa Barbara Frale ad apparire, con una intervista, in un testo “profano” come questo. 2) Ci sfugge il senso dell'intervento del prof. Franco Cardini. Ma proprio ci sfugge... 3) Quanto alla celebrata “ricerca storiografica e bibliografica degna d'altri tempi”, riportata nel volume, francamente, ci viene da sorridere. Voto: 6/10

Walter Grandis
Templari: il vero segreto
WGE edizioni
Volumetto a cura del Gran Priore di una delle numerose associazioni neo-templari italiane. Onesto nelle tesi e vivace nella stesura, il testo offre al lettore un giro di orizzonte sulle principali vicende dell’ordine storico e sul variegato panorama templarista. Voto: 7/10

Antonio Lombatti
I Templari e le reliquie
Accademia Vis Vitalis
Interessante lavoro dall’autore de “Il Graal e la Sindone”, in cui “traccia una linea di demarcazione netta tra verità e finzione, tra ragione e fede, tra analisi e congetture, presentando una storia del Templari e delle reliquie della cristianità”. Un libro che “vuole essere, in un certo modo, un contributo alla difesa dell'Ordine del Tempio: una difesa della verità storica contro l'uso strumentale delle loro vicende. Perchè la ricchezza e il tesoro dei Templari non sono nella presunta custodia di chissà quale reliquia, ma nella storia semplice di uomini del loro tempo”. Voto: 7/10

Maria Grazia Lopardi
Celestino V e il tesoro dei Templari
Arkeios
Ennesimo testo, della medesima autrice, sulla ormai stucchevole vicenda di Celestino V. Dopo ben sei volumi, sempre incentrati su Celestino, Collemaggio… Voto: 5/10

Gianfranco Manchia
Cristo nel labirinto. La camera nuziale gnostica dei Templari di Alatri
Il Mio Libro – Gruppo Editoriale L'Espresso
Discutibile nelle conclusioni, questo breve lavoro ha comunque il merito, così come il suo autore, di aver suscitato un vivo interesse sul singolare affresco alatrense. Voto: 6/10

Maria Moschella
Simboli dei Cavalieri Templari nel Golfo di Gaeta
D'Arco Edizioni
Gradevole volumetto di taglio sostanzialmente divulgativo, in cui vengono esaminati simbolismi rilevabili in determinati edifici, che, a detta dell'autrice, consentirebbero di formulare l'ipotesi di una presenza templare nel territorio, al momento però priva dei necessari riscontri documentali. Voto: 5/10

Renato Nenci
Processo templare. I processati di Firenze
Thesan & Turan
Ristampa dell’omonimo libro, già edito a cura di “Maprosti & Lisanti”. Utile. Voto: 7/10

Giancarlo Pavat
Nel segno di Valcento. Viaggio nel Lazio meridionale attraverso le simbologie templari e degli altri ordini monastico-cavallereschi
Edizioni Belvedere
Non capita spesso che un testo, uscito da appena qualche anno, venga nuovamente riproposto dall'autore (e dallo stesso editore!), in maniera così accresciuta e a così breve distanza di tempo. Se ciò è avvenuto, lo si deve all’inesauribile passione di Giancarlo Pavat, instancabile ricercatore triestino trapiantato a Villa Santo Stefano. Più prudente e ponderato rispetto al precedente lavoro, ne è risultato un volume veramente ricco di spunti, notizie, documentazioni. Supportato da un apparato iconografico di tutto rispetto, non può assolutamente mancare in bibliografia. Voto: 8/10

Gabriele Petromilli
I Templari e la Santa Casa di Loreto
Mystery Investigation & Research
Ristampa, riveduta ed integrata, del libro omonimo pubblicato nel 1987. Breve ma intenso. Voto: 6/10

Massimo Rassu
I Templari in Scozia tra storia e leggenda
La Riflessione
Bellissimo testo, da un conosciuto studioso italiano di storia templare. Un libro che, tra l’altro, contribuisce a sgomberare il campo dalle noiose filastrocche sulla “leggenda scozzese”. Di spessore, la rassegna dei possedimenti templari nella regione, condotta con la consueta serietà documentale. Voto: 8/10

Massimo Rassu (a cura di)
Militia Christi e Templari in Sardegna
Domus de Janas
Ottima raccolta di ricerche e relazioni varie, alcune delle quali di sicuro rilievo, come quella curata dallo stesso Rassu a proposito di Rosslyn, cappella che non ha nulla a che vedere con l’Ordine del Tempio. Pregevoli sia la realizzazione grafica che il corredo illustrativo. Da avere. Voto: 8/10

Massimo Rassu (a cura di)
Ego miles de Ordine Templi – Ricerche 2010
Edizioni A.T.S.B. - O.M.R.C.C.
Raccolta disomogenea di saggi e materiali sull'Ordine del Tempio, da una delle numerose associazioni neo-templari italiane. Voto: 6/10

François Juste-Marie Raynouard
I Templari. Tragedia (Traduzione e Ragionamento di Francesco Saverio Salfi – a cura di Leonardo Granata)
Brenner Editore
Riproduzione anastatica del volume contenente la versione italiana della tragedia di Raynouard, preceduta da una nota storica di Francesco Saverio Salfi. Voto: 7/10

Renato Russo
I Templari a Barletta – con cenni sugli altri ordini cavallereschi
Editrice Rotas
Pregevole saggio sulla presenza templare in quel di Barletta, esteso ai coesistenti ordini militari insediati nel territorio. Voto: 8/10

Alex Scardina
I Templari
Il Mio Libro – Gruppo Editoriale L'Espresso
Breve sunto della parabola templare, pubblicato dall’autore più per personale passione che per obiettiva utilità. Voto: 5/10

Sergio Scarselli
1135: Concilio di Pisa. Papa – Antipapa – Templari
Edizioni Odeon
Testo incentrato sul Concilio pisano del 1135, evento di elevata importanza storica, in quanto permise, da un lato, di pervenire alla soluzione (auspicata da San Bernardo) dello scisma in atto tra Innocenzo II e Anacleto II, e favorire, dall’altro, la concessione di quei benefici che consentirono all’Ordine Templare di raggiungere il suo straordinario sviluppo. Voto: 8/10

Luigi Siri
La Ricerca del Graal. Giuliano l'Apostata e i Templari
Elysium
Nonostante l’accattivante titolo, questo lavoro non aggiunge elementi inediti alla traballante ipotesi della presunta eresia templare. Infatti, non solo, non vi è alcun nesso tra la cattedrale di Acerenza e i Templari, e tra questi ultimi e il nominato imperatore (il cui busto è stato a lungo ritenuto l’immagine di San Canio), ma si ravvisano, all’interno del testo, errori raccapriccianti (già compiuti da altri rinomati prosatori), come la citazione delle (finte) lettere di Roncelin de Fos, desunte da un sito di giochi di ruolo. Voto: 5/10

Giovanni Tomassini
Gli ultimi custodi del tesoro templare
Atanor
Ennesimo minestrone in “salsa templare”, condimento universale dal gusto inconfondibile. In questo libro troverete veramente di tutto… tranne i Templari. Voto: 4/10

Alessio Varisco
Maremma terra di cavalieri. Giovanniti, Templari e Cavalieri di Santo Stefano
C&P Adver – Effigi
Splendida realizzazione editoriale, che lascia trasparire, in maniera netta, tutto l'impegno profuso dall’autore. Frutto di ricerche serie ed appassionate, ne è scaturito un testo di piacevole lettura, generosamente corredato di riscontri documentali e fotografici. Davvero un bel volume. Voto: 9/10

Leone jr. Veronese
I Templari a Trieste. Storia dell'Inquisizione. Una torre medioevale
Luglio Editore
Brevissimo saggio, con frammentarie notizie sulla presenza dei Templari a Trieste. Voto: 5/10

Luciano Villani (a cura di)
I Templari – dal mistero delle origini alla nascita della Libera Muratoria (Atti del Convegno “I Templari fra storia, mito e tradizioni" – Volterra, 27 ottobre 2007)
Edizioni Giuseppe Laterza
Ambizioso volume di dichiarata matrice massonica, la cui influenza finisce, inevitabilmente, per provocare indebiti accostamenti alla chiesa di Rosslyn, alla battaglia di Bannockburn ed a fantasiosi quanto improbabili "giuramenti". Voto: 5/10

AA. VV.
Atti del XXVII Convegno di Ricerche Templari
Penne e Papiri
Insieme degli atti del convegno LARTI 2009. Un appuntamento annuale da non perdere. Voto: 8/10

AA. VV.
I primi 10 Convegni della L.A.R.T.I. - IV volume
Edizioni Federico Capone
Per chi non ha avuto modo di reperire le prime dieci raccolte, ecco il volume conclusivo, contenente gli atti dei convegni IX e X. Voto: 8/10

4 dicembre 2010

Ugo il Peccatore: Lettera ai Cavalieri di Cristo nel Tempio di Gerusalemme


Ugo il Peccatore ai Cavalieri di Cristo nel Tempio di Gerusalemme, la cui devozione li renda desiderosi di santificare se stessi vivendo una vita religiosa. Combattete e vincete, e riceverete la corona in Cristo Gesù Nostro Signore”.

Commento di Helen J. Nicholson

Data: probabilmente 1119-1135. L'identità dello scrittore è sconosciuta. Potrebbe essere il teologo Ugo di San Vittore, o potrebbe essere Ugo di Payns, primo maestro del Tempio, anche se la qualità del latino è ritenuta essere troppo povera per Ugo di San Vittore e troppo buona per un cavaliere come Ugo di Payns. Lo scrittore ha una buona conoscenza della Bibbia, che suggerisce una educazione nella Chiesa, ma si oppone anche all'idea tradizionale cristiana che l'unico modo per conquistare la salvezza è entrare in un monastero. Egli sostiene che la vita attiva è altrettanto gradita a Dio, come la vita contemplativa. Ciò suggerisce che l'autore è un cavaliere.

Lo scrittore inizia sollecitando i Templari a rimanere nella loro attuale vocazione. Citando testi biblici, egli spiega che la loro funzione è essenziale per la Cristianità, il "corpo di Cristo".
Egli continua a spiegare che il diavolo sta cercando di minare la loro vocazione, suggerendo che le loro motivazioni sono sbagliate. Egli giustifica la loro presa del bottino confrontandoli con i predicatori, che sono pagati per predicare il Vangelo.
Non essendo riuscito a minarli in questo modo, il diavolo tenta allora di convincerli che la loro vocazione ha un valore meno spirituale di altre vocazioni. Se vogliono progredire nella vita spirituale, essi dovrebbero partire ed unirsi a un ordine contemplativo, dice il diavolo.
L'autore fa notare che ciò che conta è il genere di vita che si conduce nell'ordine in cui si è già, non quale sia l'ordine in cui ci si trova.
Lo scrittore sostiene un caso convincente a sostegno della vita religiosa attiva, inusuale per questo periodo, quando la vita contemplativa (una vita di meditazione senza parole e preghiera silenziosa) era l'ideale cristiano.
Discutendo ancora contro la credenza comune, il nostro scrittore dichiara che il vero cristiano può trovare la calma e la pace necessarie nell'attività della vita.
I Templari non devono pensare che Dio non riconosca i loro sforzi, soltanto perché i Cristiani in Europa occidentale sembrano averli dimenticati.

5 novembre 2010

Le Sacré-Coeur du Donjon de Chinon, attribué aux Chevaliers du Temple (2a parte)

Per tutti i lettori di Tradizione Templare, il secondo articolo di Louis Charbonneau-Lassay, apparso nel marzo 1922 sul numero 10 della rivista "Regnabit".
(cliccare per ingrandire)










2 ottobre 2010

Le Sacré-Coeur du Donjon de Chinon, attribué aux Chevaliers du Temple (1a parte)

Tradizione Templare è lieta di offrire, a tutti i suoi lettori, l'esclusiva riproduzione del famoso articolo di Louis Charbonneau-Lassay, apparso nel gennaio 1922 sul numero 8 della rivista "Regnabit".

(cliccare per ingrandire)







12 settembre 2010

Le Chant des Templiers


Ensemble Organum – Marcel Pérès
Le Chant des Templiers”
Ambroisie

Il contenuto del disco si basa su un manoscritto del XII secolo, probabilmente un breviario ad uso dei cavalieri, proveniente dalla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed attualmente conservato nel castello di Chantilly.


1. Antiphona: Crucem sanctam
2. Responsorium: Benedicat nos Deus
3. Responsorium: Honor virtus et potestas
4. Antiphona: Te Deum Patrem ingenitum magnificat
5. Antiphona: Media vita in morte sumus nunc dimittis
6. Kyrie eleison
7. Antiphona: Da pacem Domine
    Psaume: Fiat pax in virtute tua
8. Antiphona: Salve Regina



12 giugno 2010

Prier et combattre


E' nel 2002 che si è aperto il grande cantiere del “Dizionario europeo degli ordini militari nel Medio Evo”. Coordinato da Nicole Bériou (Università di Lione-II e Institut Universitaire de France) e Philippe Josserand (Università di Nantes), questo lavoro si fa eco del dinamismo di un campo di studio in piena rinascita, integrando meglio ciò che si riferisce a quelli che sono i fratelli di queste istituzioni - Templari, Teutonici, Ospitalieri e altro - con le aspettative degli intenditori e degli amanti del medioevo. Questa miniera di documentazioni, all'incrocio tra la storia militare, spirituale, politica (per non parlare di architettura e urbanistica), si estende, nello spazio, dal Medio Oriente delle Crociate ai paesi baltici dei Teutonici, dalle commende Templari d'Inghilterra alla Spagna e al Portogallo della Reconquista, e copre i quattro o cinque secoli più affascinanti del Medioevo.

Attorno a storici francesi riconosciuti, come Alain Demurger o Damien Carraz, una équipe ha lavorato per diversi anni, raggruppando oltre 200 collaboratori di circa 25 paesi, tra cui otto paesi dell'Unione europea (Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito). Degli scambi numerosi, che hanno permesso di confrontare delle tradizioni storiche spesso ignorate, un lavoro europeo eccezionale, che conta un totale di 1.120 voci su un luogo, una persona o una istituzione o, al contrario, sull'insieme degli ordini in una prospettiva tematica.

Preceduta da un'ampia introduzione storica di Alain Demurger, specialista dei Templari, dotato di note, di bibliografie e di indice, il “Dizionario europeo degli ordini militari nel Medio Evo” dà, in questo modo, lontano dagli stereotipi del Templare avaro o del Teutonico crudele, al più ampio pubblico - quelli che sono scossi per il supplizio e la spoliazione dei Templari, sognano il film su Alexander Nevsky di Eisenstein e le rovine del Crac des Chevaliers - l'opportunità di comprendere meglio le istituzioni che furono tra le creazioni più originali del periodo medievale in Occidente.


28 maggio 2010

Templari: tutti ne parlano, pochi ne sanno


Quando si parla di Templari, spesso la persona comune identifica il ruolo di questo illustre ordine con un qualcosa di molto vicino alle attività di una setta segreta. La causa di tale distorsione risiede, senza ombra di dubbio, nella scadente qualità degli scritti di cui siamo continuamente inondati.
Come qualche scellerato cialtrone ha cercato di far credere, i bravi Templari passavano le loro giornate nell'ozio, a discutere di filosofia e massimi sistemi, ed alla continua ricerca di una “sapienzialità” che gli sarebbe stata trasmessa da infedeli ed eretici.
Davvero stupidi questi Templari, se si considera che si facevano pure ammazzare, e a centinaia. Si perchè, nei ritagli di tempo, tra una seduta spiritica ed una discussione soteriologica, uscivano dai loro castelli incantati per andare ad attaccare gli stessi da cui ricevevano poi, sottobanco, i magici segreti dell'umanità.
Che tipi pittoreschi..! Con quei loro candidi mantelli... e con quella insulsa croce di colore rosso..! Chissà cosa voleva significare? (Magari ce lo spiegherà il prossimo autore deficiente).

Fatto sta che, come accennato, siamo letteralmente invasi da libercoli di “esoterismo templare”, scritti da individui ignoranti o in malafede e traboccanti vera e propria immondizia.
Qualcuno, più sensato, ragiona sugli insediamenti dell'Ordine nel vecchio continente, lasciandoci (a volte) intendere che le case del Tempio fossero piene di cavalieri, circostanza ben lontana dalla realtà, per il semplice fatto che costoro erano essenzialmente dei militari.
Più volte, ci siamo chiesti il motivo per cui ci si ostina a cercare i Templari dappertutto, tranne nel posto in cui, per definizione, dovevano trovarsi. I Templari, quelli veri, stavano in Terra Santa a combattere.
Non a caso, è significativa la rarità degli studi sulle fortificazioni, sullo stile di vita e su tutte quelle attività, di carattere militare, tipiche dell'Ordine del Tempio.
Sarà, forse, perchè su questi temi c'è poco da inventare?

8 maggio 2010

La traslazione della Santa Casa


La casa della Vergine Maria era formata da tre pareti addossate ad una grotta, scavata nella roccia, tuttora compresa e venerata nella Basilica dell'Annunciazione di Nazareth.
La tradizione popolare vuole che, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294, le pietre che componevano i muri della costruzione venissero trasportate in volo dagli angeli. In realtà, dall'analisi dei documenti, si ha conferma che il trasferimento avvenne per mare, su navi crociate.

Secondo P. Giuseppe Santarelli, dopo la cacciata dei cristiani dalla Terra Santa da parte dei mussulmani, un esponente della famiglia Angeli Comneno, regnante nell'Epiro, si preoccupò di salvare la Santa Casa, che fu trasportata prima a Tersatto (nell'attuale Croazia) nel 1291, poi ad Ancona nel 1293 ed infine a Loreto il 10 dicembre 1294.

Ma chi furono i crociati autori di questa mitica impresa?

La prima ipotesi di un coinvolgimento templare fu formulata dalla dott.ssa Loredana Imperio nella relazione “Considerazioni ed ipotesi sulla probabile traslazione, via mare, dei resti della casa di Nazareth”, presentata al III Convegno di Ricerche Templari della L.A.R.T.I. (Casale Monferrato, 26-27 ottobre 1985).

Sulla stessa linea, l'illustre storico ed esperto Gabriele Petromilli, autore di pregevoli testi sull'Ordine del Tempio, tra cui I Templari e la Santa Casa di Loreto” (Edizioni Aratron, 1987), il quale ha sempre sostenuto la possibilità che ad effettuare l'incredibile recupero ed il relativo trasporto siano stati proprio i Templari.

Tra i cronisti dell'epoca crociata, fu Guglielmo di Tiro ad affermare che i Templari avessero in custodia il luogo terreno dell’incarnazione di Cristo, così come Jacques de Vitry e lo stesso Joinville, segretario e biografo del re di Francia Luigi IX, i quali confermarono, nei loro scritti, la presenza templare a Nazareth.
Persino un monaco viaggiatore domenicano, Ricoldo da Monte Croce, riportò che la casa di Maria fosse stata costantemente vegliata da un cavaliere e da tre sergenti templari.

Per quanto riguarda la famiglia Angeli Comneno, è interessante rilevare che la stessa era imparentata con quella dei de La Roche, famiglia francese cui apparteneva Amaury, maestro di Francia dal 1265 al 1274.
Senza contare che l'unica organizzazione dell'epoca che avesse le strutture e le capacità per portare a termine un'impresa del genere era la Milizia del Tempio, la cui potentissima base di Chateau Pelerin (Atlit) si trovava a breve distanza da Nazareth.

Altro aspetto degno di rilievo è che, murate tra le pietre della Santa Casa, sono state rinvenute cinque croci di stoffa rossa di crociati o, più probabilmente, di cavalieri di un ordine militare che nel medioevo difendeva i luoghi santi e le reliquie.
Non a caso, un affresco presente all’interno del Santuario di Loreto, nella cappella detta “dei Francesi” (o “del SS. Sacramento”), ricorda come i Templari si batterono valorosamente per la difesa di Nazareth.

23 aprile 2010

Federico II e i Templari


di Vito Ricci
Parlando di Federico II non può che venire subito in mente Castel del Monte e tutto il filone magico-esoterico che vi è dietro. Esperti di segreti e misteri di Puglia affermano che i castello fu costruito dai Templari, che lo Svevo incontrasse segretamente nel maniero murgiano i cavalieri rossocrociati per pratiche occulte, qualcuno afferma anche di avere le prove che Federico II era egli stesso un templare, per poi scoprire che tali prove altro non sono che le strampalate teorie esoteriche che di fondamento storico hanno ben poco. Un capitolo a parte merita il discorso del Graal.
Ma allora quali furono i rapporti di Federico II con i Templari sulla base delle evidenze storiche? Molti autori (Bramato, Demurger, Barber) sostengono che l’imperatore, dopo essere rientrato nel Regno di Sicilia nel 1221, avrebbe dimostrato una sostanziale indifferenza nei confronti dell’Ordine del Tempio; tale atteggiamento sarebbe cambiato nel 1227, quando salì al soglio pontificio Gregorio IX, trasformandosi in aperta ostilità. Occorre precisare la naturale preferenza, in quanto tedesco, per l’Ordine teutonico e come il gran maestro di quest’Ordine, Hermann von Salza, fu ascoltato consigliere dell’imperatore. Nel 1227 le relazioni tra Impero e Papato si inasprirono a seguito della scomunica pronunciata da Gregorio IX contro Federico II. Una delle conseguenze fu l’ordine impartito dal sovrano ai Giustizieri del Regno di Sicilia di sequestrare i beni posseduti dai Templari in contrasto con la legislazione vigente in materia di mano morta. La scomunica fu ribadita l’anno successivo motivandola, non solo per la mancata partenza per la crociata, ma anche per la spogliazione dei beni di Templari e Ospedalieri nel Regno di Sicilia. La partenza per la Terra Santa e il recupero incruento di Gerusalemme non favorirono il ritorno a rapporti pacifici tra Federico II e l’Ordine templare, anzi si inasprirono ulteriormente dato che, a quanto pare, i Templari ostacolarono le iniziative diplomatiche avviate dall’imperatore per il recupero senza ostilità di Gerusalemme, arrivando persino a tentare l’uccisione del sovrano sulle rive del Giordano.
Nel 1229 Federico II escluse la Militia Templi da ogni trattato e abbandonò i cavalieri rossocrociati della Siria meridionale agli attacchi musulmani. Lasciando la Terra Santa, l’imperatore accusò di nuovo i Templari di aver provato ad attentare alla sua vita sulla via di San Giovanni d’Acri e proibì loro di entrare a Gerusalemme. Scarsi risultati ebbero le ripetute insistenze di Gregorio IX affinché i Templari fossero reintegrati nel possesso dei beni loro confiscati. Molti danni furono recati alle domus templari della Capitanata; infatti, ancora nel 1249 molte proprietà templari nella zona producevano reddito per la Curia imperiale e per tale motivo furono registrate da Roberto, giudice di Ariano, e Tommaso, notaio di Avellino, nel Quaternus de excadenciis et revocatis Capitinatae, fonte che permette agli studiosi di avere notizie molto dettagliate circa la consistenza delle proprietà templari in Capitanata. Occorre ricordare che Federico II non fu neanche molto tenero nei confronti dei Teutonici, dato che fece sequestrare anche loro beni, come risulta dal Quaternus. Infatti, nella lotta tra Papato e Impero, l’Ordine teutonico parteggiava per quest’ultimo, nella persona del gran maestro, mentre il commendatore di Prussia e quello dei baliaggi delle regioni tedesche si schierarono con il papa. Nel 1248, quando il maestro dei baliaggi tedeschi ottenne dei privilegi dall’antire dei Romani, Guglielmo d’Olanda, l’imperatore ordinò la confisca dei beni teutonici in Puglia e Sicilia, sebbene il commendatore regionale della Puglia gli fosse rimasto fedele.
Nei suoi ultimi anni di vita Federico II cercò di ricomporre l’aspro dissidio con i Templari, ma non vi riuscì. La volontà di riappacificarsi con l’Ordine fu espressa solo nel suo testamento, nel quale disponeva che tutti i beni templari, così come quelli degli altri Ordini che la Curia imperiale deteneva, avrebbero dovuti essere restituiti ai legittimi proprietari.
Altri autori (Cleve, Bulst) sostengono invece che i rapporti tra Federico II e Templari nel Regno di Sicilia non sarebbero stati poi così cattivi sia prima che dopo la crociata, come suffragato da una serie di indizi. Lo svevo, una volta divenuto maggiorenne, nel 1209 e nel 1210 confermò i possedimenti dei Templari nel regno e rinnovò loro i privilegi nel 1221 e nel 1223. Inoltre, durante l’assenza dal regno per la crociata (1228-29), Federico II aveva nominato un templare e un ospedaliero provveditori ai castelli della Calabria. Evidentemente egli nutriva fiducia nei confronti del Tempio e dell’Ospedale. Nel settembre 1229 confermò ad Armand de Perigord, precettore delle case templari di Sicilia e Calabria, i beni dell’Ordine in alcune località siciliane, mentre nell’agosto dell’anno successivo ordinò la restituzione di terre e bestiame sottratti a Ospedalieri e Templari in Sicilia. Secondo Houben, l’elezione di Armand de Perigord a gran maestro del Tempio, avvenuta nel 1232, potrebbe essere valutata come un tentativo dell’Ordine per cercare di migliorare i suoi rapporti con l’imperatore. Solo con l’inasprimento del conflitto con il Papato, la nuova scomunica risale al 1239 e la deposizione da imperatore al 1245, i rapporti si deteriorarono irreversibilmente.
Una questione è certa: nel 1240, quando si ritiene che iniziarono i lavori di costruzione di Castel del Monte, i rapporti tra Federico II e i Templari erano già pessimi e non è proprio possibile che i cavalieri rossocrociati abbiano, in alcun modo, aiutato l’odiato sovrano svevo nella realizzazione del castello.